Honorine by Honoré de Balzac

Honorine by Honoré de Balzac

autore:Honoré de Balzac [Balzac, Honoré de]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Sellerio Editore
pubblicato: 2019-07-14T22:00:00+00:00


Note

1 Pittore, incisore e illustratore, Jacques-Jean-Marie-Achille Deveria (o Devéria: 1800-1857) conosce Balzac fin dalla metà degli anni Venti; negli anni Quaranta, collabora all’illustrazione della Commedia umana.

2 Anche nell’originale, comfort è in corsivo: ai tempi di Balzac, questo termine inglese era, in francese, neologismo alla moda – legato alla voga, durante la Restaurazione, della lingua, dell’eleganza e in genere dei costumi inglesi.

3 Il cuore pulsante della vita mondana parigina batteva nei quartieri eleganti della rive droite, intorno all’Opéra (dove si trova il boulevard des Italiens): per questo, in un discorso dichiaratamente iperbolico, perfino il lungosenna della rive gauche può apparire periferico.

4 Era uno dei locali più alla moda, frequentato in particolare dal pubblico elegante dell’Opéra e di altri teatri per il souper, la cena tardiva del dopo-spettacolo (spesso a base di ostriche). La sede storica si trovava nel quartiere delle Halles, al numero 59 di rue Montorgueil; nonostante il largo successo, il gestore, Pierre-Frédéric Borrel, fece fallimento nel 1846; ma il ristorante rinacque in sedi diverse: esiste ancora oggi, al numero 78 della stessa strada.

5 La Repubblica di Genova fu annessa al regno sabaudo di Sardegna con il Congresso di Vienna (1815). La corte lasciava periodicamente la capitale, Torino, per soggiornare nella città portuale.

6 Epoca per eccellenza del “pittoresco”, il primo Ottocento romantico amava le vedute che oggi definiremmo “da cartolina”: negli eleganti album di poesie, prose e illustrazioni che erano detti keepsake (termine mutuato dall’inglese e entrato nell’uso francese fra Restaurazione e Monarchia di Luglio) e costituivano un regalo elegante particolarmente apprezzato, erano di frequente contenute incisioni che rappresentavano, appunto, luoghi pittorescamente romantici. La Porta di San Tommaso faceva parte della cinta muraria trecentesca; sarebbe stata demolita pochi anni dopo, per permettere il passaggio dei binari della ferrovia (siamo nella zona della stazione di Piazza Principe).

7 Già dedicatari di due novelle balzachiane, rispettivamente Étude de femme (Studio di donna, 1830) e Le Message (Il messaggio, 1832), ma solo a partire da edizioni posteriori ai viaggi in Italia del 1837-1838, in cui lo scrittore ebbe occasione di conoscerli, i due aristocratici personaggi animavano la vita culturale genovese di primo Ottocento; e Balzac li gratifica di un elogio sommo e paradossale (che può suonare, sia pur scherzosamente, anche un po’ razzista): quello di essere in realtà «francesi travestiti da genovesi». Lorenzo Antonio Damaso Pareto (1801-1862), primo traduttore italiano di Shelley e modesto scrittore in proprio (si ricorda una novella in versi: Ramosky, 1826), incontrò Balzac proprio nella dimora del più anziano (e longevo) marchese Gian Carlo di Negro (1769-1857), amico di poeti, improvvisatore e poeta in proprio, autore anche di un’autobiografia in versi (1854). Della cosiddetta Villetta Di Negro, costruita sul dismesso bastione di Luccoli, e trasformata, alla morte del proprietario, in parco pubblico, sono stati ospiti, oltre a Balzac, numerosi protagonisti del romanticismo europeo, da Madame de Staël a Byron a George Sand. I ricevimenti in casa del marchese di Negro sono un plausibile modello del banchetto che fa da cornice a Honorine (anche se l’ubicazione geografica della villa presa in affitto, in Honorine, dal console di Francia, presso la Porta di San Tommaso, è diversa).



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